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la sostanza per aristotele

La risposta aristotelica alla domanda sulla sostanza deve tener conto delle risposte che i filosofi precedenti avevano già rielaborato. Create New Account. Personal Blog. «La sua essenza implica necessariamente l'esistenza.». Questa diversa resistenza significa che essi oppongono una forza diversa all'azione di chi vuole spostarli. La sostanza è quindi ciò che di un ente non muta mai, ciò che propriamente e primariamente è inteso come elemento ineliminabile, costitutivo di ogni cosa per cui lo si distingue da ciò che è accessorio, contingente, e che Aristotele chiama accidente. Il numero quindi è all'origine di tutte le cose. Infatti per Aristotele la sostanza non è in un soggetto. La materia prima si aggiungerebbe alle materia seconde che sono unite a qualche forma in un sinolo e nello stesso tempo sono potenza di altre sostanze: ciò risulta simile alla distinzione fra causa prima e cause seconde, sostanza prima e sostanze seconde, scienza prima e sostanze seconde. La materia è potenza perché può assumere forme diverse. Diego Deplano IVF 09/10 Liceo Scientifico G. Brotzu QUartu S. E. by Alpha92 in Types > School Work > Study Guides, Notes, & Quizzes, forma, and metafísica Percorsi competenze trasversali e orientamento, DEFOE, BARRIE, STEVENSON: ALLA RISCOPERTA DELLA INNOCENZA PERDUTA DI BRUNO. Il processo di dissoluzione del concetto di sostanza inizia con Locke per il quale la nostra attività razionale può essere efficace solo se in grado di affrontare argomentazioni limitate che ricadano nell'ambito dell'esperienza.[21]. Sostanze sono le piante, gli animali, i corpi celesti e forse gli … Quello che rimane infatti sempre presente nei fenomeni meccanici non è la quantità di moto ma la "forza viva" o energia cinetica, per cui estensione e movimento sono insufficienti a spiegare i fenomeni. ), pensiero e realtà creatisi in un unico originario atto (. André Motte, Pierre Somville (a cura di). L'idea (eidos) è la forma (morphè) della materia (ùlē), mentre la stessa materia è il sostrato (hypokeimenon) di una sostanza-forma. La sostanza la ritroviamo nel criticismo kantiano intesa come funzione trascendentale, categoria dell'intelletto tale da dare alla conoscenza le caratteristiche di necessità ed universalità ma anche come un'attività trascendentale completamente soggettivata negandole qualsiasi realtà ontologica. Essi pensarono che, pur essendo apparentemente diversi, i fenomeni naturali fossero omogenei, della stessa natura fondamentale. Aristotele si appresta dunque a risolvere la questione centrale: che cos’è la sostanza in generale? Ogni ente è caratterizzato da una sua specifica forma e da una generica materia. Nel cap. 4.1. [19], «La sostanza è ciò che è in sé e viene concepita per sé.», «La sostanza deve avere in sé e non in un'altra cosa il principio della sua intelligibilità.». Sostituiamo al concetto di estensione quello di presentarsi come omogenea. Bisogna allora scegliere tra quattro diverse particolarità di sostanze che sono: Per Aristotele è appunto l'essenza la sostanza in senso proprio, o specie formale immanente in ogni individuo che come sostanza – essenza – è altresì sinolo, unione indissolubile di materia e forma. Quindi dalla vera realtà della cosa in sé ci separano due schermi: quello dell'immagine e quello del nome.[18]. La stessa concezione della realtà come processo creativo attribuibile all'Assoluto (Schelling e Hegel) trasforma la caratteristica di immutabilità della sostanza antica in un concetto "dinamico" . Per Aristotele la sostanza è l'elemento permanente e unificante di un ente, sinolo di forma e di materia; è prima e fondamentale nei confronti di tutte le altre categorie in quanto, per esempio, quantità, qualità ecc. Il termine accidente significa ciò che accade insieme, ciò che si accompagna ad altro. or. Nella Metafisica vengono analizzati molti concetti, come ad esempio la distinzione tra sostanze prime e seconde. Se la sostanza è causa sui, allora è: unica; e, non essendoci altra realtà che possa limitarla, è infinita e indivisibile (perché, se fosse divisibile, non sarebbe più unica). Le nuove scoperte fisiche permettono a Leibniz di elaborare una nuova concezione del mondo non più inteso meccanicisticamente. Allora se l'essere si identifica con le categorie. Le sostanze seconde sono i generi, come ad esempio uomo o animale. La sostanza viene identificata da molti con la materia, alcuni (in particolare Platone) con la forma delle cose. Ad esempio si parla di "sostanza trascendentale" riferito alla sostanza divina - per la quale non vale la distinzione di essenza ed esistenza - che viene distinta dalla "sostanza predicamentale" che riguarda i generi e le specie a cui si riferiscono gli enti finiti e creati. Il dibattito tra le tesi contrapposte di chi sostiene che la vera realtà del mondo sia il divenire e chi invece l'immutabilità dell'essere, (Parmenide[10], Zenone, Melisso di Samo), tra l'esperienza e la ragione, dopo i tentativi dei pluralisti (Empedocle, Anassagora e Democrito) di conciliare le due dottrine, ha termine con l'avvento della sofistica che lo giudica inconcludente e che invece sostiene che ciò che importa nella riflessione filosofica sia l'uomo misura di tutte le cose. Altrimenti ci sarebbero due realtà mentre la sostanza è un'unica realtà. Con l'età moderna prese avvio un percorso sia di approfondimento che di dissoluzione del concetto di sostanza. [13] L'idea (eidos) è la forma (morphè) della materia (ùlē), mentre la stessa materia è il sostrato (hypokeimenon) di una sostanza-forma. Quantitativamente dunque la materia è omogenea (dal significato originario del termine greco: "della stessa natura"). L'idea dà la forma alla materia che è già un'altra sostanza dotata di un'altra forma propria. Il tema della sostanza aristotelica torna nel pensiero epistemologico di Alfred North Whitehead. Ovviamente le differenze restano numerose, ma comune è la spiegazione della realtà in senso teleologico. D'altra parte se la materia fosse semplice estensione come si spiega lo spostamento? [15], La relatività delle potenze e degli atti nelle sostanze ha la conseguenza di far postulare l'esistenza di una materia prima (ùlē prōtē) irriducibile, che sia pura potenza priva di atto. È questo quello che è stato definito il "circolo vizioso" cartesiano dove la premessa giustifica la conclusione e questa a sua volta giustifica la premessa. Qualsiasi oggetto materiale si presenterà in una pressoché infinita qualità di forme e modi ma conserverà sempre la caratteristica della materialità, della corporeità. Non ci può essere la distinzione tra il pensiero della sostanza come una realtà distinta dalla realtà dell'esistenza della sostanza. Uno dei concetti che viene spesso trascurato nella comprensione è l'espressione. Per sostanza, in altre parole, si intende ciò che è causa sui, ovvero ha la causa di sé in se stessa e non in altro. Successivamente, il Cristianesimo interpretò questa dottrina all'interno della fede nella Resurrezione della carne, affermando che l'unica possibilità dell'anima di continuare a vivere dopo la morte è il ripristino del sinolo di materia e forma (corpo e anima) operante dalla nascita del corpo e dell'anima alla morte del solo corpo: è il ritorno alla vita del corpo al quale l'anima era unita prima di morire. Torino 1965, p.20, «Tutte le nostre categorie razionali hanno origine sensistica: ricavate dal mondo empirico.» 9[98] Frammenti postumi 1887/1888 - Adelphi «Queste ultime (le categorie della ragione) potrebbero aver fatto, fra molto palpare e tastare intorno, buona prova per una loro relativa utilità...Da allora in poi valsero come a priori, come al di là dell'esperienza, come non rigettabili....E tuttavia esse forse non esprimono se non un determinato finalismo di razza e di specie. Ogni sostanza è un sinolo, ossia L’individuo contiene in sé, in potenza, ciò che sarà, e il divenire è il passaggio dalla potenza all’atto, risultando così teologicamente orientato, cioè indirizzato verso un fine. Se la definizione della sostanza è tale per cui essa è: allora la sostanza può essere identificata con Dio e con la Natura. Il punto geometrico lo accettiamo solo intuitivamente. Non tutto ciò che esiste ha una spiegazione razionale e necessaria. Le sostanze prime sono i singoli individui concreti, il “todè etì”, cioè ogni singolo ente della sua esistenza concreta. da Serena Sita | Mag 27, 2020 | FILOSOFIA | 0 commenti. Per uscire da queste contraddizioni, Aristotele sposterà l'attenzione dall'idea immutabile alla sostanza. Per Aristotele, infatti, esiste una stretta corrispondenza tra pensiero e realtà: il primo rispecchia la struttura della seconda. Entertainment Website. Con David Hume non solo quella materiale ma anche la sostanza spirituale non esiste; essa è l'effetto di un associazionismo psicologico derivante dall'abitudine e dalla costanza con cui noi percepiamo certi aspetti della realtà che scambiamo per un reale sostrato ontologico. Create New Account. Quindi l’accidente rientra, nelle definizioni di essere, ma non esprime la razionalità della cosa. b) per la stessa ragione, il mondo dell’esperienza ha una propria razionalità e può essere oggetto di conoscenza scientifica. Secondo Aristotele la … Il concetto di estensione applicato alla materia non è dunque il più adatto per capire la sua natura. Nello sviluppo biologico, ogni stadio è atto rispetto al precedente e potenza relativamente al successo, per esempio, il pulcino è atto rispetto all’uovo ma potenza rispetto al giallo. Aristotele distingue tra quattro tipi di cambiamento o movimento:          -quello locale (lo spostamento da un luogo a un altro)                                                                                                                    -quello qualitativo (il cambiamento delle qualità)                                                                                                                             -quello quantitativo (l’accrescimento e la diminuzione)                                                                                                                   -quello sostanziale (la trasformazione)                                                                                                                                            Aristotele sottolinea che esso non è casuale, ma è sempre indirizzato verso un fine preciso, come per esempio un bambino diventa un uomo. Si trova nelle loro teorie una ricerca di un punto di riferimento comune che metta ordine nella molteplicità caotica dei fenomeni. Si è quindi superato il dualismo cartesiano di spirito e materia, riducendo quest'ultima a spirito e quindi sostenendo alla fine, come necessaria conclusione, che in effetti esistono un'infinità di sostanze tante quante sono i corpi. Le scienze pratiche si preoccupano dell’agire individuale (etica) e collettivo (politica), le scienze poietiche del fare (arte) e del produrre (tecnica). La “filosofia prima” aristotelica si dedica allo studio dell'Essere di per se stesso, vedendo in esso Dio come sostanza immutabile/immobile ed altre sostanze, anch'esse eterne come gli astri del cielo ed i pianeti, oppure soggette alla generazione e corruzione (le sostanze terrestri o “sublunari”). Ma ecco che con Cartesio le sostanze sono due: la res cogitans (pensiero) e la res extensa (la realtà). L’ atto è definito da Aristotele come entelechia, per indicare che nell’atto la cosa raggiunge la perfezione della propria natura. Nelle parole di Aristotele, la sostanza è ciò che non viene predicato di alcun sostrato, ma è ciò di cui tutto il resto viene predicato. L'irreversibilità è ciò che differenzia i due tipi di atto di una forma o sostanza aristotelica chiamati entelecheia e energheia: mentre la prima indica il fine dell'essenza e l'atto del suo conseguimento irreversibile, la seconda indica un generico atto di una potenza che include anche l'atto del fine ultimo essenziale come suo caso particolare. Personal Blog. Whitehead, "Il concetto della natura" trad.it. La definizione di materia come estensione aveva però già generato una polemica tra il filosofi antichi, i pluralisti, quelli che avevano tentato una soluzione di compromesso nel dibattito tra le tesi contrapposte dell'essere degli eleati e coloro che sostenevano la realtà del divenire. Essa può essere incasellata in 10 categorie: una di queste è proprio la SOSTANZA. Al contrario, la materia è sempre sostanza, materia formata, forma individuata nella materia. Questo vuol dire che l'essere reale è essere semplice che contiene un "principio di differenziazione" (principium individuationis) che lo fa essere diverso da tutti gli altri esseri; esso è quindi un essere unico, una sostanza non materiale e passiva, ma che esprime un'attività per cui è un "centro di forza", qualcosa che agisce indipendentemente da ogni altro essere. ma dubitava appunto che al pensiero corrispondesse la realtà: la realtà infatti si acquisisce attraverso i sensi che ci danno una falsa visione della realtà, come avevano insegnato gli antichi sofisti come Protagora. Questo non sarà mai possibile perché da un punto di vista razionale il punto è un'assurdità: è qualcosa che ad esempio costruisce con altri infiniti punti il segmento ma non ha una sua estensione reale. Solo questo assicurava che si trattasse di vera razionalità e soltanto questo permetteva di superare il cosiddetto dubbio scettico che sosteneva di essere certo del proprio pensiero (come si può dubitare di se stessi?) Questa ambiguità dipende dal fatto che molti termini filosofici greci sono stati tradotti erroneamente nella versione latina. La sostanza di Socrate è Socrate: è un individuo che come tale spiega anche la configurazione che le sue parti assumono, e che è il substrato necessario dei suoi predicati (e che non partecipa, dunque, come voleva Platone, di idee/predicato che gli siano ontologicamente superiori: per Aristotele i predicati sussistono solo grazie al loro substrato). See more of La Sostanza dei Sogni on Facebook. Con queste 3 videolezioni nel nostro stile scanzonato ma rigoroso lasciamo la Grecia antica per … La sostanza sarà quella qualità che compete esattamente all'ente (all'uomo, nell'esempio) in grado di rendere un certo ente ciò che è, ne più ne meno, entro gli esatti limiti della sua determinazione. Le altre 9 sono gli ACCIDENTI. E’ dunque un’unione inscindibile, un sinolo di materia e forma, in cui la forma è l’elemento che dà un significato generale alla sostanza nel suo insieme. Essa si divide in scienze teoretiche che hanno per oggetto il necessario escienze pratiche e poietiche che studiano il possibile. La sostanza, la "cosa in sé", riguardo alla sua conoscibilità rientra dunque nel "noumeno" la cui esistenza è ipotizzabile ma non realmente conoscibile. [16] La sostanza è l’unione di materia e forma. Questo travisamento della realtà ontologica degli oggetti delle scienze naturali deriva dalla antica concezione della sostanza aristotelica che ha condotto "a postulare un substrato per tutto ciò che si rivela nella sensazione"[23]. Possiamo identificare la sostanza come termine primo in un certo senso del discorso aristotelico. La sostanza viene identificata da molti con la materia, alcuni (in particolare Platone) con la forma delle cose. Da questo punto di vista la sua posizione filosofica è vicina a quella dell'occasionalismo di Nicolas Malebranche, che vede l'intervento di Dio nel nostro processo conoscitivo, e di Leibniz con la riduzione della materia a spirito. L’individuale concreto, in quanto sostanza prima, non può predicarsi di alcuna cosa ed è soggetto ultimo di ogni predicato. Ogni corpo è quindi coperto da un'immagine che non ci fa cogliere la vera realtà della cosa. Diamo allora una definizione della sostanza come facciamo per il punto geometrico e vediamo se è accettabile. Il termine "sostanza" e l'aggettivo "sostanziale" vengono spesso utilizzati, nel linguaggio comune, come sinonimi di essenza ed "essenziale": ciò che è fondamentale alla costituzione di ciò a cui ci si riferisce. L’intelletto attivo: una modesta proposta, A.N. Bochumer Philosophisches Jahrbuch Fur Antike Und Mittelalter … Colonna sonora intro: Chopin Minute Waltz. La sostanza è l'essenza necessaria di una cosa cioè ciò che fa sì che una cosa sia quello che è e non sia qualche altra cosa. Kritik über Chiaradonna (2002): Sostanza movimento analogia. Egli ritenne di aver scoperto, con i suoi studi etologici, la derivazione delle nostre categorie mentali, compresa la categoria di sostanza, da lui chiamate "apparati immagine del mondo"[26] dall'evoluzione della specie interagente con l'ambiente. Tutto è materia compreso lo stesso pensiero. Causa sui cioè se dovessi fare una distinzione tra l'essenza e l'esistenza, tra pensiero e realtà, per la sostanza questa distinzione non vale perché essa non appena pensa immediatamente esiste. Contenuti: - I significati dell'essere: sostanza, categorie, atto e potenza. ARISTOTELE: CHE COS’È LA SOSTANZA? bello o brutto), la quantità (alto, basso) la relazione (vicino, lontano), posizione, condizione, agire, patire, dove, quando e, infine, la sostanza (ad es: essere uomo). Una conclusione non diversa da quella dei sofisti per i quali la realtà, appresa attraverso i sensi, era semplice apparenza. Il passaggio dalla potenza all’atto avviene perché alla potenza è connessa la privazione, cioè una mancanza che il processo tende a colmare. Ecco nell'episodio 9.2 l'ultimo filosofo della "SAGA COMICA DEI FILOSOFI GRECI". Se questa sostanza può essere definita come ciò che è in sé e viene concepita per sé, allora è causa sui (causa di sé stessa): in lei coincidono in un unico punto causa ed effetto, lei è nello stesso tempo madre e figlia — altrimenti sarebbe effetto di una causa che viene prima di lei, e lei allora non sarebbe più la prima, come deve essere per la sostanza. Ma non basta: noi traduciamo ogni immagine in un nome, che è convenzionale ed arbitrario. Il fine della filosofia è quindi semplicemente la conoscenza, desiderata e cercata per se stessa. [11], Con Aristotele torna l'interesse per la riflessione sulla sostanza che viene trattata per la prima volta nelle Categorie che sono le caratteristiche fondamentali dell'essere. La posizione di Aristotele rispetto a Platone è oggetto di un dibattito che al 2020 non è ancora perfettamente chiarito..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]. Aristotele chiama sostanza sia il sinolo che la sola forma perché, dal punto di vista empirico, la sostanza è l’individuo (= il sinolo), mentre dal punto di vista metafisico, la sostanza è la sola forma (= essenza delle cose). Not Now. Presentazione di Aristotele da parte dell'Istituto Magistrale di Anagni (Frosinone) Se dunque gli elementi naturali sono variabili per la qualità, in questi stessi permane però un aspetto immutabile che è la quantità e questa è misurabile e quindi traducibile in numeri. Da queste tesi derivano differenze molto importanti tra la filosofia di Aristotele e quella di Platone:                                                                      a) se gli enti hanno in sé l’essenza, possiedono la propria ragione d’essere. [20], «Ora, questa forza è qualcosa di diverso dalla grandezza, dalla figura e dal movimento; e da ciò si può giudicare che tutto quanto si sa dei corpi non consiste solo nell'estensione, come sostengono i moderni. Ora il criterio dell'evidenza, il punto di partenza del metodo cartesiano, ha sconfitto sì il dubbio scettico ma ha fatto nascere la necessità dell'esistenza di due mondi, quello del pensiero (cogito) e quello della realtà (sum). La sostanzaOgni scienza prende in considerazioni quegli aspetti dellarealtà che le interessano e “astrae” – “fa a meno” di tutti glialtri.Ogni scienza stabilisce certi assiomi – principi generali checoncernono la natura del proprio oggetto di ricerca e lodefiniscono.La filosofia deve fare lo stesso: ridurre tutti i significatidell’essere a quello fondamentale: essere in quanto essere.Il principio …

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